Incidente alle cave di Carrara, Federico e Roberto, una vita a scavare - CorriereFiorentino.it

2022-10-10 06:57:44 By : Ms. Nancy Zhu Letian Mouthmask

CARRARA - Quattro uomini, quattro famiglie distrutte dal dolore per l’ennesimo incidente avvenuto in cava a Carrara. È successo giovedì pomeriggio, poco dopo le 15: i due morti sotto le macerie di un costone di monte venuto giù dal bacino di Colonnata sono Federico Benedetti e Roberto Ricci Antonioli: i loro corpi sono stati ritrovati all’alba di venerdì. Altri due i feriti: Giuseppe Alberti, rimasto appeso ad una delle pareti del monte e poi salvato dai vigili del fuoco e il direttore della cava Alberto Musetti che ha avuto un malore. Alberti è ancora in stato di choc, ma avrebbe detto alla moglie di aver visto i due compagni scomparire sotto le rocce. «Vogliamo che mio padre sia seppellito con gli abiti da cavatore, perché quello era lui»: lo ha dichiarato, durante un’intervista all’emittente tv di Massa Antenna3, Matteo Bedenetti, 22 anni, figlio di Federico Benedetti.

Il pm Giubilaro: «Non ci sono le condizioni di sicurezza»

La procura di Massa, dopo la tragedia nella cava Antonioli di Carrara, ora sotto sequestro, indaga per omicidio colposo, lesioni e disastro colposo. «Non mi sento di dire che ci siano condizioni di sicurezza accettabili all’interno delle cave di Massa Carrara; chi ha l’obbligo di mettere in atto le normative antinfortunistiche e rispettare le regole per la sicurezza dei lavoratori non lo fa; e chi dovrebbe controllare che ciò accada non è nelle condizioni per farlo». Lo ha detto il procuratore di Massa Carrara, Aldo Giubilaro. «È impossibile che nessuno si accorga che i bacini apuani sono unici, più ampi, più complessi, con un tipo di attività più intensa e più pericolosa rispetto ad altre cave: abbiamo per questo bisogno di potenziare i controlli, magari creando un organismo, tra Procura, Forestale, Vigili del fuoco e Usl che si occupi esclusivamente del mondo cave», ha aggiunto Giubilari secondo il quale «non si può morire di lavoro».

Ricci Antonioli, 54 anni, viveva a Casette, piccolo paesino di montagna nel Comune di Massa, lascia una moglie e una figlia di 20 anni. In cava faceva il gruista. In paese tutti ne parlano come un gran lavoratore, padre di famiglia, dedito al lavoro e affettuoso con i figli. Era andato a lavorare a Colonnata, dopo le scuole, scavallando il confine comunale di Massa perché Casette è da sempre una piccola sorella di quel paesino carrarese, che fin dopo la guerra ha dato tanto lavoro, soprattutto nel suo bacino marmifero.

Con lui, sotto il versante franato, per motivi ancora da accertare e forse addirittura sopra una gru, c’era anche Federico Benedetti, massese, anche lui morto tra le circa 2000 tonnellate di marmo e macerie cadute dall’alto: Benedetti aveva 46 anni e faceva il gruista da decenni, da quando cioè il padre ha fondato la Scaviter, una grande azienda di escavazioni, che poi è fallita. Lavorava da anni per la cava dei fratelli Antonioli, assieme al figlio, Matteo, che lui stesso aveva introdotto nell’ambiente. Giovedì Matteo è andato via da Colonnata alle 12, salutando il padre poche ore prima dell’incidente.

Giuseppe appeso al costone, salvo per miracolo

Gli Antonioli sono cinque fratelli, tre uomini e due donne, titolari di una concessione che adesso è a rischio, dopo le richieste della Cgil provinciale, che ne chiederà la sospensione, per motivi di sicurezza, al sindaco di Carrara Angelo Zubbani. La cava degli Antonioli dà lavoro a diciassette operai. Nell’incidente a Colonnata ci sono anche due feriti: Giuseppe Alberti, 48 anni, originario di Forno, altro paese di montagna che si trova nel Comune di Massa, che ha una moglie e tre figli. Alberti fa l’antichissimo mestiere del tecchiaiolo, colui che si «arrampica» sulle cave e ne controlla lo stato di salute. Così stava facendo giovedì pomeriggio: era stato chiamato per verificare possibili venature e crepe di un costone di monte, probabilmente già indicato come pericoloso. Era imbracato e in sicurezza quando il monte è franato e per questo è rimasto appeso ad una delle pareti e ora è salvo per miracolo: è stato trasportato al pronto soccorso di Massa e successivamente trasferito a Pisa.

Carlo, il direttore dei lavori ricoverato per infarto

Ha avuto invece un infarto, probabilmente a causa della scena a cui ha assistito, Carlo Musetti, 62 anni, il direttore della cava, geologo della ditta che si trovava a fare il sopralluogo con Alberti, Antonioli Ricci e Benedetti. Musetti ha sentito il rumore delle due grandi frane e ha visto cadere dall’alto pezzi di roccia: il suo cuore non ha retto. Ora è ricoverato all’Opa, l’ospedale pediatrico apuano, ma non è in pericolo di vita.