Primule in casa, in balcone e in giardino da coltivare - Cose di Casa

2022-10-12 22:16:22 By : xiwei zhao

Un tempo considerato fiore “pallido”, oggi le primule, grazie alla selezione, all’ibridazione e all’introduzione di nuove specie, vengono proposte in colori sgargianti, talvolta incredibili, con disegni ricercati, oppure dall’aspetto antico. Sono vendute in piccoli vasi economici e possono colorare ogni ambiente: dalla casa, al balcone, al giardino.

Utilizzata più per la casa che per il giardino, come fiore invernale e primaverile, la Primula obconica ha non pochi estimatori per la colorazione dei fiori che spazia dal malva al blu, dal bianco al salmone e per i lunghi steli. Al momento dell’acquisto ci sono 2 – 3 fiori appena schiusi, mentre tutti gli altri sono ancora molto piccoli. In piena fioritura forma una ricca ombrella sferica, con fiori radi ma grandi (diametro medio 3 cm) che durano a lungo. In casa si pone in posizione luminosa ma fresca, lontano dai radiatori e dai termoconvettori. A primavera può essere trapiantata in giardino nelle stesse condizioni di luce per ottenere un’ulteriore fioritura.

Queste primule con il portamento slanciato e i colori luminosi, sono apprezzatissime dagli amanti delle fioriture primaverili dal tono nostalgico e ricercato, cinesi d’origine ma inglesi per elezione. I fiori sono numerosi e portati a fasci in ombrelle leggere e aperte, il colore tipico della specie è lavanda chiaro. La fioritura è scalare partendo dai boccioli più esterni, sostituiti progressivamente da quelli che crescono al centro dell’infiorescenza terminale. piante ben tenute restano fiorite dai 40 ai 70 giorni. Per favorire la formazione di nuovi bottoni fiorali recidere quelli sfioriti. Sono ideali per la veranda fredda, luminosa e mai troppo secca, oppure come vaso da portico da ritirare se le temperature scendono ancora sotto lo zero.

Per colorare le fioriere, le ciotole da porre sui davanzali o in balcone e per i grandi vasi da porre in giardino quando è ancora freddo, l’ideale sono le primule derivate dalla primula nostrana, la P. vulgaris. Originaria dell’Europa occidentale è pianta erbacea, perenne, capace di diffondersi spontaneamente e creare a colonie dense e numerose. Le foglie, lunghe fino a 15 cm, larghe fino a 6 cm, sono strettamente obovate, crescono a livello del terreno allargandosi su questo e impedendo ad altra vegetazione di emergere. Sono rugose, leggermente tomentose, con margine irregolare e dentato in modo approssimativo. Hanno un rachide centrale ben sviluppato, più evidente nella pagina inferiore. I fiori sono singoli portati da un corto peduncolo fiorale, molto numerosi si rinnovano nel tempo consentendo alla pianta di restare fiorita per molto tempo. Il colore del fiore nella forma tipica è uniforme, fatta eccezione per una macchia centrale più scura, o arancione. La corolla raggiunge e supera i 2 cm di diametro, è formata da cinque sepali concresciuti e da cinque tepali colorati.

Dopo l’acquisto e una volta portate a casa, le primule possono restare qualche giorno nell’attesa di trapianto collocandole all’aperto o su scale non riscaldate, meglio se in gruppo in un contenitore e bagnate a giorni alterni dal fondo. Per il trapianto scavare una buca profonda almeno 15 cm e larga 20 per piante singole, di maggiori dimensioni se si desidera riunirle in gruppi compatti con una distanza di 10 cm fra una pianta e l’altra. Scartare metà della terra di scavo e sostituirla con terra di bosco o terricciato di foglie maturo, se il terreno è pesante e argilloso, unire anche torba e sabbia. Torba e terricciato di foglie sono entrambe a reazione acida e aiutano ad abbassare il pH del terreno come le primule gradiscono. Mescolare i diversi componenti aggiungendo un cucchiaio da tavola di fertilizzante a lento rilascio per ogni pianta da mettere a dimora. Svasare le piante, eliminare le radici che uscivano dai fori del vaso tagliandole, aprire con delicatezza il pane di terra e porre le piante nel terreno avendo cura di non “affogare” il colletto. Le primule, se le osservate in natura, sono piante che crescono a livello del terreno, allargandosi su questo. pacciamare con aghi di pino o, meglio, corteccia di pino.

Le primule richiedono, se ben collocate, una cura soltanto: essere bagnate con regolarità, ma senza eccessi così da mantenere il terriccio umido, ma non intriso d’acqua. Nel pieno della fioritura si può somministrare una volta ogni 10 giorni un fertilizzante liquido per piante da fiore. I fiori appassiti devono essere tagliati alla base del peduncolo. In questo modo si faciliterà lo sviluppo dei boccioli già presenti e la pianta non sprecherà energie inutili. A primavera le piantine in piena terra o in vaso all’aperto devono essere difese dagli attacchi di chiocciole e limacce perché essendo fra i primi vegetali a foglia larga a vegetare sono molto appetite da questi voraci predatori. Si consiglia di impiegare esche lumachicida, specie se gli attacchi sono massicci. In terreni molto umidi per favorire il drenaggio e combattere i marciumi si può spargere al colletto delle piante un pugno di sabbia che faciliti lo sgrondo superficiale. In estate, anche dopo il termine della fioritura, è necessario continuare a bagnare le piante per riequilibrare il secco e le alte temperature. Anche in autunno è bene bagnare i siti dove crescono le primule se le precipitazioni sono scarse. Al sopraggiungere del freddo stendere sul terreno una pacciamatura vegetale o uno strato di terricciato di foglie e/o letame maturo. Ogni quattro anni si possono dividere i cespi di primule cresciuti folti, con soggetti molto ravvicinati. A fine giugno, terminata la fioritura, si estraggono dal terreno con un buon pane di terra e si dividono lasciando ad ognuna una parte di zolla. Si ripiantano subito dopo a circa 25 cm di distanza.