Seminare e curare le petunie per i vasi estivi - Cose di Casa

2022-10-10 05:32:53 By : Ms. Cindy FU

Le petunie sono i fiori ideali per le cassette estive: resistenti e durature, possono rifiorire per tutta la stagione senza interruzione. Per risparmiare sull'acquisto delle piantine, a marzo è possibile seminarle, utilizzando sementi autoprodotte oppure acquistate in bustine. Saranno pronte a fiorire a giugno.

M arzo è il mese in cui bisogna rimboccarsi le maniche se si vuole avere un terrazzo fiorito durante la bella stagione e, soprattutto, se non si vuole spendere una cifra eccessiva per ottenerlo . È il momento giusto, infatti, per seminare le specie annuali da fiore che si apriranno in estate . In particolare, si possono seminare le petunie, appartenenti alla famiglia delle Solanaceae, una delle piante ornamentali più diffuse e coltivate in vaso per la generosa e colorata  fioritura . Fioritura che si protrae per tutta l’estate e che riesce ad abbellire le fioriere di balconi e terrazzi, richiedendo poche cure e regalando tante soddisfazioni. 

Una volta procurate le bustine di sementi, di buona qualità, procedere con la preparazione dei contenitori, ovvero dei semenzai, in cui verranno posti a germinare i semi. Allo scopo, possono essere utilizzate terrine in terracotta, larghe in media 20×30 cm, poco profonde (sono sufficienti 10 cm), dotate di fori basali per lo scolo dell’acqua in eccesso. Queste devono essere riempite con terriccio da semina (è possibile acquistarlo in sacchi presso un centro di giardinaggio) oppure con terriccio universale miscelato con sabbia, in maniera tale da ottenere un substrato morbido, ben drenante e allo stesso tempo in grado di mantenere un minimo livello di umidità, necessario alla germinazione dei semi.

Dopo averlo versato nella terrina, il terriccio deve essere premuto (per eliminare eventuali bolle d’aria) e livellato con una tavoletta di legno, così da creare un perfetto letto di semina. I semi vanno distribuiti manualmente in superficie sul substrato, in maniera uniforme ed evitando di ammassarli troppo; le bustine di sementi riportano sempre la densità dei semi e la profondità da rispettare se si vuole ottenere un buon risultato.

I semenzai devono essere riposti in un luogo caldo (18-20 °C) e semiluminoso (protetto dai raggi diretti del sole). Per mantenere il giusto livello di umidità del terriccio, si può coprire la terrina con un foglio di cellophane trasparente, o con un vetro, avendo però l’accortezza di aprirlo nel caso si dovesse verificare condensa di umidità (dannosa e in grado di inficiare la germinazione dei semi per lo sviluppo di muffe). In genere, la germinazione avviene nel giro di un paio di settimane. Le plantule troppo fitte dovranno essere diradate, eliminando gli esemplari più deboli .

Quando le plantule avranno raggiunto un’altezza di 4-5 cm (e 3 foglioline vere), potranno essere trapiantate in vasetti del diametro di 12-14 cm, in gruppi di 3-4 plantule, al fine di ottenere un effetto più compatto. Il trapianto deve essere eseguito avendo l’accortezza di non lesionare né le foglioline, né l’apparato radicale, ancora tanto delicato. Per trapiantare ogni singola piantina nel vasetto, in un comune terriccio di tipo universale, procedere facendo un foro nel terreno con una matita (o un trapiantatoio), inserirvi la piantina mantenendola a livello del colletto e premere la terra ai bordi con le dita. I vasetti vanno tenuti nello stesso locale a temperatura stabile di 18-20 °C fino a quando le piantine non si saranno irrobustite, quindi, gradualmente, potranno essere trasferite all’esterno, nella posizione definitiva, esposte al sole.

I semi delle petunie sono di dimensioni piccolissime (1 mm di diametro in media), tondi e scuri. In seguito alla fioritura, nel corso dell’estate, è possibile estrarli dalle capsule aperte, semplicemente strofinandole tra le mani . Ogni capsula ne contiene centinaia ed è quindi possibile ottenerne un numero sufficiente per eseguire la semina la primavera successiva.

Quando le piantine saranno cresciute e rinvasate, per garantire un’ottima fioritura, prolungata e abbondante da metà primavera, sino ai primi freddi autunnali, devono essere collocate a pieno sole. Temperature estive molto alte (superiori ai 30°C) causano tuttavia la formazione di fiori piccoli e di scarsa durata in pianta. Non tollerano le zone semiombrose, né tantomeno quelle completamente in ombra, nelle quali producono solo molte foglie e pochissimi fiori. Non sono adatte neppure per ambienti freddi, ventosi e molto piovosi, nei quali si ha un rapido deperimento dell’intera pianta. Non possono permanere in appartamento, se non per brevi periodi (al massimo due settimane).

Le irrigazioni devono essere regolari, anche se non molto abbondanti: l’acqua va distribuita quando il terriccio in superficie inizia ad asciugare, evitando di bagnare foglie e fiori, che potrebbero rovinarsi. Le massime esigenze idriche si hanno durante la piena fioritura: a partire dagli inizi di settembre, quando si riduce notevolmente il numero dei nuovi fiori, l’irrigazione va sensibilmente ridotta. L’eliminazione regolare delle foglie e dei fiori che marciscono perché a contatto con il terriccio inumidito, rende più ordinata la pianta e la predispone ad una migliore fioritura.

Le petunie possono soffrite di “clorosi ferrica” che si manifesta con ingiallimento del tessuto fogliare compreso tra le nervature, che però rimangono verdi. Se non si interviene subito, la pianta rallenta la crescita e le nuove foglie, già ingiallite, diventano biancastre e seccano; nei casi gravi la fioritura viene bloccata e la pianta muore. È un problema frequente in terricci poco fertili, con persistenti ristagni idrici o quando la pianta è in contenitore con terriccio vecchio. La cura consiste nella ripetuta distribuzione al substrato di prodotti ricchi in ferro, in polvere o liquidi(solfato di ferro, ferro chelato); non si deve inoltre eccedere con l’irrigazione, in quanto l’eccesso di acqua nel substrato rallenta l’assorbimento del ferro.

Le petunie sono piantine suscettibili all’attacco di insetti quali afidi e aleurodidi (minuscoli moscerini bianchi), che si ammassano sulle loro foglie imbrattandole e succhiandone la linfa. Sono inoltre soggette alle malattie fungine, come l’oidio (o mal bianco) e la botrite (o muffa grigia), che si sviluppano se favorite da condizioni di umidità eccessiva.