Decorazioni in stucco, marmo o dipinte. Atri grandiosi, splendidi giardini con fontane e ninfei. La bellezza non si ferma agli affacci sulla pubblica via o nelle corti “abbracciate” dalle sontuose architetture. All’interno la “maraviglia” è ancor più grande: saloni affrescati, arredi preziosi, collezioni pregiate, quadrerie ricche con firme straordinarie. Sono i Palazzi dei Rolli, le residenze costruite dalle famiglie aristocratiche più ricche e potenti della Repubblica di Genova quando erano al vertice del potere finanziario e dei traffici portuali. E che oggi si aprono per ammaliare come un tempo…
(TurismoItaliaNews) E’ proprio vero che quando si passeggia nel cuore antico di Genova bisogna farlo col naso all’insù, pronti a cogliere lo scorcio più bello o il dettaglio più imprevedibile. Nella città della Lanterna non ci si può permettere il lusso di essere distratti. E lusso è proprio il termine adatto, perché ogni vicoletto, ogni piazzetta, ogni strada ha da mettere in mostra qualcosa di assolutamente unico.
Inutile dire che il salotto buono è quella che un tempo si chiamava Strada Nuova, oggi via Garibaldi, creata dal nulla come teatro della magnificenza dei nobili genovesi, impegnati negli anni straordinari fra Rinascimento e Barocco a rinnovare le decine di residenze familiari che già esistevano nel centro storico. Con il risultato di dare vita ad un unicum che l’Unesco ha voluto riconoscere Patrimonio dell’Umanità: il primo esempio in Europa di un progetto di sviluppo urbano – quello delle Strade Nuove e del sistema dei Palazzi dei Rolli – che tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo ha dato sostanza ad un sistema di alloggio pubblico nelle residenze private, pronte a spalancare i portoni per accogliere i personaggi in visita nella Repubblica di Genova al culmine del suo potere finanziario e marinaresco.
“I cento anni dal 1550 al 1650 vengono indicati come il Secolo d’Oro dei Genovesi. Grandi ricchezze e grandi famiglie sono gli elementi fondamentali per un grande cambiamento che avviene in città. Un cambiamento sociale, politico e urbano. Nuove strade e nuove piazze vengono create aprendo spazi fino a quel momento inesistenti – ci spiega Barbara Cudia, guida professionale a Genova – i palazzi dei Rolli erano residenze costruite dalle famiglie aristocratiche più ricche e più potenti della Repubblica al vertice del potere finanziario e del potere legato ai traffici portuali. Costruzioni imponenti, costituite da tre o quattro piani e caratterizzate da scaloni aperti, cortili, e loggiati che dominano dall’alto i giardini interni su differenti livelli in spazi relativamente stretti. I Palazzi sono diventati così una rete di dimore predisposte ad ospitare le visite di Stato della Repubblica; re, principi, nobili di ogni rango e di ogni provenienza vennero ospitati nei grandiosi palazzi e in tal modo contribuirono a far conoscere un modello architettonico e una cultura residenziale che ha attratto gli artisti ed i viaggiatori famosi, come il fiammingo Peter Paul Rubens che realizzò una serie di illustrazioni. Il più grande centro storico d’Europa è una parte viva e vivace della città di Genova, che si arrocca su una collina proprio a strapiombo sul mare. Cambiamenti moderni la arricchiscono, senza snaturare la storia e l’arte”.
Alcuni sono rimasti di proprietà privata, altri sono diventati di proprietà pubblica, assolvendo al compito di musei di se stessi prima ancora che di luogo di documentazione. Ovvero quei Musei di Strada Nuova che riuniscono in un unico percorso le raccolte d’arte esposte in tre palazzi dell’odierna via Garibaldi: Palazzo Tursi, Palazzo Rosso e Palazzo Bianco, che chiudono la strada a ponente, appartengono al Comune di Genova.
Tre palazzi, tre diversi caratteri, ma un unico percorso in sequenza.
Palazzo Rosso è stato la principale dimora cittadina della famiglia Brignole-Sale, che gli ultimi eredi donarono al Comune con il vincolo di perpetuarne l’aspetto di residenza privata. I suoi splendidi affreschi, gli stucchi, i ricchi arredi, fanno da cornice a una straordinaria collezione d’arte, comprendente dipinti del Veronese, di Guido Reni, di Van Dyck, che si può ancora gustare rivivendo l’atmosfera delle residenze nobiliari d’età barocca. Da non perdere la visita alle Sale delle Stagioni, tra le quali due da poco si ripresentano al pubblico dopo un accurato restauro durato due anni e realizzato grazie al contributo della Compagnia di San Paolo. Lavorarono al ciclo di affreschi, forse il più importante del Seicento genovese, Domenico e Paolo Gerolamo Piola, Gregorio e Lorenzo De Ferrari, Giovanni Andrea Carlone, Carlo Antonio Tavella e Domenico Parodi.
Palazzo Bianco, anch’esso anticamente di proprietà Brignole-Sale, oggi ha invece l’aspetto di una pinacoteca; raccoglie le opere più preziose delle collezioni civiche di pittura genovese, italiana, spagnola e fiamminga dal XVI al XVIII secolo, spaziando da Cambiaso a Magnasco, da Veronese a Caravaggio, da Murillo a Zurbaran, da Memling a Rubens. Ultimo pezzo del percorso, una scultura straordinaria: la Maddalena di Antonio Canova.
Palazzo Tursi, in origine di proprietà della famiglia Grimaldi, poi dei Doria duchi di Tursi, e per qualche tempo della famiglia Savoia, è dall’Ottocento sede dell’Amministrazione Comunale: offre quindi al visitatore importanti collezioni di oggetti d’arte, maioliche e monete, e nel contempo la possibilità di scoprire gli ambienti di rappresentanza del Comune. Su tutto spicca il violino Guarneri del Gesù (1743), capolavoro della liuteria cremonese reso straordinario per essere appartenuto a Niccolò Paganini.
Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni. (A.F.)
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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Perugia n.56 del 10.11.2010 – direttore responsabile Giovanni Bosi
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