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Scritto da aldo grandi tradizione 19 Luglio 2022 Visite: 385
A Lucca e in pianura, ma anche in Versilia, si crepa di caldo, temperature che sfiorano e raggiungono anche i 38-40°. La montagna, per tradizione, dei lucchesi che non amano solo sciare e di coloro che vivono lungo la costa, livornesi in primis, è l'alta Garfagnana, mai più di 1400 metri, massimo 1500 e tanta voglia di godersi la tradizione che, da queste parti, si chiama cucina come una volta, ospitalità elevata all'ennesima potenza, simpatia, a volte anche un pizzico di sana improvvisazione, ma sempre, puntualmente, la sensazione di essere capitati nel posto giusto al momento giusto.
Al Casone della famiglia Regoli si arriva passando, anche, da Castiglione di Garfagnana di cui è, tra l'altro, una frazione. Questo caratteristico borgo medievale merita senza dubbio una visita anche se veloce, per, poi, salire, appunto, verso il passo delle Radici attraversato il quale si scollina in Emilia. Lungo la strada e i tornanti, in mezzo a una vegetazione ricchissima e di un verde intenso e riposante allo sguardo, c'è anche Cerageto, c'è anche la località che vide la presenza di un certo Astor Piazzolla, Massa Sassorosso frazione del comune di Villa Collemandina.
Al Casone, in pieno luglio e fino alla fine del mese, ci sono anche le settimane verde dei ragazzi e delle ragazze, tutti adolescenti, che, con i relativi accompagnatori, si divertono al parco avventure, al campo di calcetto e a quello da tennis, con il tiro con l'arco, ping pong e altro ancora. Forse non tutti sanno che a Ferragosto il vero lucchese nostrano e senza puzza sotto il naso, sale proprio a queste latitudini per assaggiare, si fa per dire, le specialità della cucina del Casone di Profecchia, sotto la direzione di Beppe e Patrizia, marito e moglie e con la collaborazione di uno staff sperimentato e di velocità e disponibilità uniche.
Le piste da sci lasciano spazio a prati con salite sui quali l'erba è, inevitabilmente, più gialla che verde a causa di una siccità che anche qui si fa sentire. La temperatura, però, non supera mai i 27-28° anche in pieno giorno e la sera si sta veramente da re con non più di 21-22° forse, a volte, anche qualcosa in meno. Per dormire è l'ideale, per camminare pure, per portare a spasso il cane lasciandolo, poi, libero di correre dove vuole su e giù per queste distese per lui, ma non soltanto, più o meno ardite, anche. E noi non ci rinunciamo a venire a trovare questa gente alla quale siamo legati da un rapporto di amicizia che sconfina in un legame indissolubile fatto di vacanze e di improvvise visite durante l'anno.
Oltre a Beppe e Patrizia e ai due figli, c'è un infaticabile animatore e maestro di sci, ma, in realtà, maestro di tutto ciò che serve a far star bene bambini e ragazzi, Massimiliano, cinquant'anni appena e un fisico che ne dimostra almeno 15 di meno. Volto perennemente abbronzato sia di inverno sia in estate, una vita trascorsa all'aria aperta, di giorno e anche di notte quando, con il gelo, sale sul suo gatto delle nevi e spiana le piste per il giorno dopo.
Il pranzo e la cena, ma anche la colazione, al Casone sono esperienze indimenticabili. Non solo una qualità che anche oggi, ospiti a pranzo, abbiamo sperimentato come molto buona, ma la quantità è roba da non credersi e guardate che il prezzo è sempre lo stesso, che si mangi poco o che si mangi tutto quello che portano davanti. Quindi, se ci andrete, lasciate da parte le diete e le fisime e godetevi la vita che è anche saper stare a tavola e mangiare, il giusto, di tutto. Il problema è che per Patrizia e Beppe il tutto è davvero troppo anche per chi, come noi, ha gli occhi, sovente, più grandi della pancia.
Prosciutto e melone non è un semplice assaggio, ma sono etti di prosciutto dolce tagliato a fette e melone a go-go fino a non poterne più. Altro che le minuscole fettine che vengono servite ai normali ristoranti anche di élite. E melone bello arancione e buono. E che dire del tagliere di formaggi con la polenta fritta? Giù anche quella.
Poi, è la volta dei primi e qui la situazione decolla a quote pericolose perché sul tavolo arrivano fiamminghe o vassoi in cui la quantità del condimento e della pasta lasciano basiti: ravioli burro e salvia con ricotta e spinaci. E già qui fai fatica a non abusarne. Poi le tagliatelle ai funghi porcini e allora tutti i buoni propositi se ne vanno a puttane. Infine, last but not least, i tordelli al sugo dopodiché se sei una persona lucida ringrazi, ti alzi e ti sciroppi almeno cinque-sei chilometri a piedi per tornare a essere quello che eri prima.
E invece no. C'è da assaggiare i secondi e quando ti arrivano sotto gli occhi e sotto il naso e davanti alle fauci, due vassoi con una grigliata mista magra e tenera e una tagliata alle erbette con una insalata mista tanto per far vedere che non vuoi debordare, altro non puoi fare se non importi autodisciplina senza, quasi mai, riuscirci. Ma loro sanno come abbattere ogni tua resistenza e proposito: i funghi fritti sono, semplicemente, divini e, allora, al diavolo tutto e tutti. Piatto ricco, mi ci ficco, ma se poi mi ci impicco?
La grappa barricata non serve a far diminuire il volume dei nostri addominali, anzi. E anche i due chilometri di passeggiata non producono i risultati sperati. Così, ignominiosamente, ci gettiamo sul letto nella camera abituale, la numero 41, e nonostante ci prendano in giro gli altri, crolliamo per un'ora in un sonno profondo.
Al risveglio fuori si sta ancora meglio, qualche nuvola fa capolino e il cucciolo di labrador appena acquistato è iperattivo più che mai. E menomale che avrebbe dovuto percorrere non più di cinquanta metri al giorno alla sua tenerissima età.
Si avvicina la sera, ma Lucca non può attendere e anche volendo il nostro apparato digerente ha chiuso i battenti, almeno, fino a domani a mezzogiorno. Date retta, prima della fine dell'estate, in particolare, se potete, durante la settimana, fate un salto lassù. Non ve ne pentirete.
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