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2022-10-16 18:37:48 By : Mr. Troy Sun

Siamo stati all’anteprima milanese della Lotus Eletre e delle altre due vetture della gamma: la hypercar elettrica da sogno Evija, con 2000 CV e un prezzo di 2 milioni di euro; e la Emira, lanciata nel 2021 e con il suo V6 da 400 CV (ma c’è grande attesa anche per il 2.0 AMG) è il ponte che collega la vecchia Lotus a quella nuova, l’ultima supercar del marchio britannico con motore endotermico.

Con queste tre proposte, Lotus sbarcherà anche in Italia, con sede a Milano, nel corso del 2023.

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Con la Lotus Eletre, il rinato marchio britannico ora parte del gruppo Geely come anche Volvo, Polestar (approfondisci qui!) e Lynk & Co, apre ufficialmente la sua nuova era, che lo porterà ad essere a breve un produttore di sole auto elettriche. E di categorie più diversificate, rispetto al passato.

Se la Evija è una dimostrazione di potenza e tecnologia, esclusiva con la sua produzione limitata e il costo di oltre 2 milioni di euro, la Eletre è invece il primo di una serie di modelli che saranno introdotti nei prossimi anni. Nel 2023 sarà infatti il turno di una Sedan, una berlina elettrica. Seguiranno un SUV più piccolo della Eletre (2024) e una supercar elettrica paragonabile alla Emira (2025).

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Lotus ha definito la Eletre il primo hyper SUV elettrico al mondo. Descrizione veritiera: 600 CV nell’edizione di lancio (942 CV in quella più potente prevista per i prossimi anni), 0-100 in meno di 3 secondi che lo fa entrare di diritto nel The Two-Second Club, tra le auto che da ferme arrivano a 100 km/h in meno di 3 secondi insieme alla Evija e alla Pininfarina Battista, e un assetto a baricentro basso garantito dalla piattaforma dedicata “a skateboard” e dai motori elettrici in basso che permette una migliore maneggevolezza e presenza su strada.

Potente anche la ricarica: il sistema di tensione a 800 Volt ricarica in fretta la batteria da oltre 100 kWh, permettendo di recuperare 400 km in meno di 20 minuti.

L’efficienza è merito anche del design, il cui sviluppo è stato guidato da Ben Payne. Lotus Eletre ha la cabina in avanti, passo lungo e sbalzi corti per una maggiore libertà creativa, mentre l’aspetto è scolpito dall’aria, visivamente leggero e muscoloso.

L’aria viene incanalata sotto il bordo d’attacco dell’aria, emergendo da due prese d’aria del cofano anteriore, e poi confluendo di nuovo attraverso i passaruota anteriori e posteriori, e nella parte superiore del montante D. 

Interessante l’uso intensivo della fibra di carbonio che riveste tutte le componenti nere, compreso il paraurti posteriore e gli specchietti laterali, che sono di fatto due telecamere e non specchi reali sempre per ridurre la resistenza aerodinamica.

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Gli interni estremamente lussuosi, e rivendicano l’anima di Eletre non tanto come supercar (seppur le prestazioni, come visto, non manchino) ma come auto per viaggiare, divertirsi con tutta la famiglia, votata al comfort e alla qualità.

Per la scelta dei materiali e dei rivestimenti,  Lotus ha lavorato con l’atelier danese Kvadrat per creare delle microfibre artificiali altamente resistenti nei punti di contatto primari, e tessuto misto lana avanzato per i sedili che è più leggero del 50% rispetto alla pelle tradizionale, e questo permette di risparmiare peso.

I materiali duri, invece, sono in fibra di carbonio con un’estetica inedita, in quanto Lotus ha riciclato le fibre tagliate dal bordo della tradizionale trama della fibra e le ha ricostruite in una nuova stuoia e compresse in una resina che visivamente ricorda il marmo. Numerosi i vani porta-oggetto, il più grande dei quali sotto al tunnel centrale. Ci sono poi porta-bicchieri, altre tasche e basi per la ricarica wireless dello smartphone.

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Lato tecnologia, tutto si concentra nel display touch centrale da 15,1 pollici con tecnologia OLED per un’ottima visibilità, mentre conducente e passeggero hanno davanti a loro un display più piccolo, integrato bene nella plancia, che proietta le principali informazioni. Dietro, c’è un terzo display per gli occupanti posteriori.

Lotus ha fatto lavorare insieme il team britannico del Warwikshire con quello cinese nato nel 2020, per creare un software semplice e human friendly, dal quale controllare tutta la vettura con 3 semplici tocchi. Alcune funzioni hanno anche dei tasti analogici per rendere il controllo ancora più facile.

Completa l’esperienza il sistema audio KEF Premium, di serie e sviluppato dall’azienda inglese KEF. Si tratta di un set-up di 15 altoparlanti da 1380 Watt con Uni-Q e tecnologia audio-surround, che rinuncia a tweeter e altoparlanti separati per una singola unità acusticamente idealizzata. Optioanl invece KEF Reference, con 23 altoparlanti da 2160 watt e tecnologia Uni-Q 2D. KEF Reference dispone anche di Uni-Core, nuovo approccio alla progettazione di altoparlanti e subwoofer.

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Per comprendere meglio le mosse di Lotus nel mercato italiano e non solo, abbiamo intervistato Giuseppe Mele, Director Brand & PR Lotus Cars Europe, che ci ha raccontato i prossimi passi del marchio britannico.

FM: Lotus si sta espandendo in altri mercati. La strategia comprende anche una filiale italiana?

“Assolutamente sì. L’avremmo fatta comunque, anche senza strategia, perché comunque l’Italia ci interessa, è un mercato dove c’è attenzione al mondo dell’automotive, c’è storia e tradizione. Detto questo, il progetto – che è parte della strategia di Lotus fino al 2028, prima parte di un processo più lungo – prevede apertura di uffici e showroom in giro per il mondo. Io mi occupo dell’Europa, e sto lavorando per determinare le ‘key cities’ dove aprire i primi uffici e showroom. Siamo dovuti partire dai nostri uffici, perché al momento non ne abbiamo: ci trasferiremo in quelli nuovi, ad Amsterdam, a ottobre. Seguiranno Parigi, Oslo, Monaco, Milano, e nel capoluogo lombardo stiamo assumendo proprio in questo periodo. Il secondo passo sarà spostarci un po’ più nel centro-sud, avere nei prossimi due anni una seconda sede verso Roma. Tornando a Milano, è possibile che la sede apra entro un anno, ma il team sarà operativo molto prima, già alla fine del 2022”.

FM: Questo significa anche un ingresso nel mercato delle flotte aziendali?

“Esatto. C’è un team che si occupa delle flotte, non è il mio ma fa parte della mia stessa organizzazione ad Amsterdam che punterà all’ingresso nel mercato fleet. Non so se ci sarà una captive, al momento“.

FM: E a chi guardate per inserirvi nelle flotte?

“Non abbiamo dei competitor. Ti darei una risposta sbagliata se ti dicessi quello che ho pensato il giorno in cui sono entrato in Lotus, quando mi sono detto: ‘Ah, noi vogliamo fare come Porsche!’. In realtà, non le metto insieme, semplicemente perché noi siamo tutti elettrici. Abbiamo un altro pensiero in testa, a partire dall’usabilità dell’auto. Per cui, al momento, non abbiamo un competitor a cui guardiamo, semplicemente perché noi abbiamo restrizioni e opportunità diverse, così come Porsche ma anche Lamborghini hanno i loro vantaggi e svantaggi”.

FM: La scelta dell’elettrico si deve a una precisa necessità?

“Ci sono tanti motivi sulla scelta dell’elettrico. Prima di tutto sono strategie di un’azienda commerciale, che deve sopravvivere ai tempi con un business solido e fiorente, soprattutto se si vuole continuare a fare auto come queste due ‘ragazze’ che sono qui, la Emira e l’Evija, con le quali non puoi fare grandi volumi. Ma questo è normale, nessuna casa automobilistica di auto sportive fa grandi volumi. Quindi devi anche tenere un occhio su quello che il mercato chiede, e oggi chiede auto familiari, di grande stazza come la Eletre o quelle dei competitor, con un occhio al segmento premium. Questi sono i tre assi che si incontrano e che alla fine producono questo tipo di vetture. Il gruppo Geely, che ha mostrato di saperci fare prima di tutto con Volvo, ma anche con Polestar e Lynk & Co, ha creduto nel brand Lotus. L’altro motivo è quello di affrontare il futuro, ormai segnato: in questo momento non si torna indietro, per cui si deve essere è pronti a fare auto elettriche fatte in un certo modo, che non sembrino dei grossi telefonini da ricaricare o dei giocattoli. Lotus guarda all’elettrico, ma facendo sì che quando uno guida abbia delle sensazioni di risposta tipiche Lotus, un feeling tra essere umano ed essere meccanico”.

FM: Eletre è quindi una Supercar?

“Dal punto di vista delle prestazioni sì, per questo l’abbiamo chiamata “Hyper SUV”. Accelerazione da elettrico di alta fascia, una potenza fino a 1000 CV, un downforce notevole. Le prestazioni che Lotus ha voluto inserire all’interno di quest’auto la rendono in qualche modo una supercar. E anche il look è molto particolare, con il discorso della porosità, le prese d’aria ovunque, la gestione dell’efficienza dell’auto, tutto questo la rende un po’ una supercar.”

FM: C’è ancora spazio per le Super Car?

“È un mercato che andrà sempre bene finché ci saranno gli appassionati e i collezionisti, e ci sono ancora. Noi oggi presentiamo anche l’Emira, l’ultima auto a benzina, che ha venduto più di tutte le sue precedenti. È un mercato che va bene finché ci sarà la generazione di chi ha vissuto il piacere del sound, l’odore della benzina, allora tutto questo resterà. I mercati sono ciclici: prendiamo il vinile, che oggi è più venduto del CD, perché certe cose restano, così come resterà una piccola produzione di auto prestazionali a combustione”.

FM: Quindi sta dicendo che le nuove generazioni hanno perso la passione…

“No, ma farà sempre più parte del loro vissuto quotidiano vedere auto elettriche. Lo noto ad Amsterdam, una città con tanta gente molto silenziosa perché girano in bicicletta e auto elettriche. E lo vedo nella mia quotidianità: mio figlio ha 9 anni, e nella sua testa il rombo delle auto al semaforo non fa parte della sua vita. Ma quando abbiamo provato un’auto performante con motore endotermico, ha certo sentito una certa emozione ma non c’è più la ricerca dell’auto performante a combustione. Può essere una valida alternativa. Quando entrambi i mercati saranno maturi, la scelta sarà 50 e 50, con la differenza che la combustione calerà perché le istituzioni hanno deciso così. Ma ci saranno appassionati dell’elettrico, che al Nord già ci sono ma in Italia sono ancora una nicchia. Sono quasi certo che il giorno che potremo fare il test drive con Eletre, le cose cambieranno perché contano le emozioni di guida. E se un SUV ti dà emozioni alla guida, è anche più facile venderlo e le emozioni che dà un’auto elettrica sono particolarmente interessanti. L’accelerazione, che oggi conta tantissimo più della velocità massima, è superiore a quella di gran parte dei competitor, perché siamo parte di quel club di auto che scatta in meno di 3 secondi, e solo l’elettrico lo può dare perché supera un limite del motore a combustione”.

FM: L’ingresso nel gruppo Geely vi ha permesso di ‘unire le forze’ con gli altri brand, condividendo le piattaforme?

“Abbiamo avuto e abbiamo tutt’ora mille grattacapi, come è normale che sia. In realtà, se Geely ha una cosa di grande valore, è che vuole mantenere l’identità dei brand che fanno parte del gruppo. Volvo era famosa per fare auto molto sicure, e tale è rimasta. Sa fare auto come noi sappiamo fare auto, le sappiamo fare in Inghilterra come in Cina. Lotus è in cima alla scala di Geely. Ha una factory esclusiva solo per Lotus, inaugurata circa due mesi fa. La piattaforma della Eletre è unica e solo per la Eletre, non abbiamo usato nulla che esistesse già. Poi, sì, forse le rotelle del volume possono essere le stesse delle Volvo, ma per il resto è tutto inedito. Abbiamo un team di 200 persone con sede in Germania che lavora proprio su questo“.

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