Simile a un foglio di marmo piegato, il lavabo Wave (2022) è stato disegnato da Doriana e Massimiliano Fuksas per antoniolupi
Antoniolupi scommette su una visione sempre più trasversale della bathroom. E, fra le novità 2022, presenta la collaborazione con lo Studio Fuksas e una vasca-scultura di gusto jap a firma Carlo Colombo.
Se c’è un luogo della casa che, nel corso degli ultimi decenni, ha subito le mutazioni più radicali sotto il profilo dell’uso e del concept, questo è senza ombra di dubbio il bagno. Che da oasi intima e defilata, zona franca da nascondere più che da mostrare, ha via via assunto le caratteristiche del locale multitasking: un santuario del benessere in cui rigenerarsi dal punto di vista psicofisico ma anche uno spazio sempre più aperto, dinamico e integrato nell’abitazione. È una tendenza emersa in maniera netta all’inizio degli anni Novanta e che, poco per volta, si è trasformata in necessità: a maggior ragione ora che la società post pandemica impone un’attenzione ancora più rigorosa per l’igiene personale, la “stanza da bagno” ha assunto una nuova centralità nell’ambito della geografia domestica, conquistando un ruolo di primo piano all’interno di un continuum estetico che stuzzica la creatività di progettisti e imprese.
I PIONIERI ITALIANI DELLA ‘GLOBAL BATHROOM’ Fra i principali protagonisti di questa nuova filosofia c’è antoniolupi, azienda nata a Fucecchio, in provincia di Firenze, nel 1950, come laboratorio per la lavorazione di cristalli e vetri per l’arredo, e poi cresciuta fino ad assumere le dimensioni della Cristal Lupi Luxor, realtà industriale specializzata in accessori da bagno d’alta gamma. Il grande salto verso il design, con collezioni innovative che anticipano di gran lunga il trend della “global bathroom”, risale agli anni Ottanta, e coincide con l’ingresso in azienda della seconda generazione, cui appartiene Andrea Lupi, art director e amministratore delegato. “Un ulteriore cambiamento avviene agli inizi degli anni Duemila con le collaborazioni con designer e architetti”, spiega, “ma è dal 2010 che la nostra produzione inizia ad abbracciare, oltre al bagno, anche altri ambienti della casa, con prodotti iconici che ci hanno portato all’apertura di monomarca ad Annecy, Chicago, Torino e al restyling della show-room di Milano, la prima inaugurata in ordine di tempo, affidato nel 2018 allo studio Calvi Brambilla”. Stagione dopo stagione, sono nate così le capsule di tappeti e complementi d’arredo e, in particolare, le linee di elementi riscaldanti e di camini pensati per la stanza da bagno con l’obiettivo di dilatarne e di integrarne sempre più gli spazi. La storia recente, legata all’ultimo Salone del Mobile, dove il marchio toscano è stato presente con un maxi stand di 880 metri quadrati e una collezione articolata che spaziava fra lavabi, vasche, accessori, sedute, pouf, tessili e carte da parati e ha quadruplicato le presenze rispetto all’edizione 2019 della Design week, vede antoniolupi in prima linea in un percorso “di ricerca e di sviluppo di un prodotto di qualità, capace di uscire dai confini tradizionali del bagno e di trasformarsi in un format più articolato”. È un balzo in avanti concettuale prima ancora che merceologico, che sposta l’orbita dall’arredo bagno tout court verso un progetto di living e di decorazione a 360 gradi dove quasi non esistono più barriere fra le destinazioni d’uso dei diversi locali, allargando l’identità aziendale verso prospettive più ampie che anche a livello economico stanno confermando la validità della mission. “Abbiamo chiuso il 2021 con 38 milioni di euro di fatturato, in espansione rispetto al 2020, e la previsione per il 2022 è a oggi del + 32%. I nostri mercati sono suddivisi per il 60% all’estero e per il 40% in Italia e nell’ultimo anno si è consolidata una crescita importante generata anche grazie a una clientela trasversale, che può acquistare un singolo pezzo, per esempio un lavello, ma anche un bagno intero, con i relativi complementi. Dietro questa scelta che va nel segno della diversificazione non c’è una semplice strategia di mercato, quanto piuttosto il desiderio di riuscire a emozionare gli utenti attraverso una declinazione d’avanguardia degli spazi e degli oggetti che li abitano”.
PARTIRE DA UNA VASCA PER COSTRUIRE LA CASA INTERA Per il 2022 antoniolupi ha scelto di lavorare sul tema del “bagno-benessere” e della piccola spa domestica, ambienti da creare in maniera personalizzata facendo leva, a monte, su un’accurata progettazione “sartoriale” e su una produzione totalmente made in Italy. “Al Salone abbiamo portato gli elementi tipicamente wellness del bagno allestito in camera da letto, togliendo i sanitari e puntando solo su soluzioni funzionali a forte impatto evocativo, pratiche da usare e belle da guardare. Per esempio, abbiamo creato nicchie incassate con bathtub e lampade a soffione, vasche con LED che sembrano fluttuare a mezz’aria, carte da parati con motivi geometrici essenziali che si ripetono anche sui pouf cuciti a mano, con la possibilità di scegliere anche assortimenti tono su tono in cui, assunto un colore guida, la tinta viene ripetuta su tutti gli elementi, dai mobili ai top, dal lavabo alla vasca, dal soffione alla rubinetteria. E poi non potevano mancare i tappeti, da sempre un cavallo di battaglia di antoniolupi visto che mio padre negli anni Settanta fu l’inventore dei carpet da mettere intorno ai sanitari, e avviò nel suo piccolo una grande rivoluzione: più comfort per i piedi, più protezione per le ceramiche e il vasellame. Oggi la vera forza di antoniolupi sta proprio nella capacità di proporre un assortimento globale dove c’è sempre un pezzo forte a sé stante che fa da perno rispetto a una vasta gamma di oggetti. Si tratta di una tipologia di offerta che di fatto manca ancora sul mercato, e il nostro intento è quello di far comprendere al cliente che ormai si può davvero partire da una vasca per costruire lo stile di una casa intera”. È un processo di métissage degli stili che si coglie alla perfezione in pezzi come la vasca Ofuro di Carlo Colombo, in versione da incasso e free standing, da posizionare negli angoli oppure a centro stanza, che arpeggia sugli stilemi delle tinozze giapponesi aggiungendo però sulla parte frontale un taglio netto che funziona contemporaneamente da segno grafico e da invito, come pure nel lavabo Wave, nato dalla nuovissima collaborazione di antoniolupi con Doriana e Massimiliano Fuksas: “Architetti straordinari, conosciuti soprattutto per le opere di edilizia privata e di urbanistica e forse un po’ meno per i prodotti, che in questo nostro progetto sono riusciti a trattare il marmo come se fosse un foglio di carta ripiegato, e con la sola forza del segno hanno regalato dinamismo e leggerezza al materiale”.
COSì SI METTONO D’ACCORDO ESTETICA, FUNZIONALITà E RISPETTO PER L’AMBIENTE Se il bagno diventa spazio a elevato tasso sperimentale, ma sempre con un occhio di riguardo alla funzionalità e alle esigenze di durata, adesso l’ulteriore variabile di cui bisogna tenere conto è il rispetto per l’ambiente, sia nella fase produttivo-progettuale che al momento dell’utilizzo. “Lo scorso anno avevamo puntato sui materiali naturali e soprattutto sul sughero, impiegato per le colonne del lavabo e per i contenitori portaoggetti, e sulla tavolozza dei colori della terra, dal cotto al bruciato, dal marrone tostato alle tinte del cuoio, già leitmotiv della nostra prima collezione di tappeti in cuoio rigenerato proveniente dalla zona di Santa Croce sull’Arno, fra Firenze e Pisa, uno dei più grandi distretti conciari d’Europa. Quanto all’eco compatibilità, va detto che le aziende italiane che fanno bene il loro lavoro erano sostenibili già vent’anni fa: noi ormai utilizziamo solo legni da coltivazione sostenibile e vernici all’acqua, facciamo i radiatori in alluminio, che è riciclabile all’infinito, e anche le nostre resine si recuperano al 100%”: è il caso di Cristalmood, una resina brevettata da antoniolupi che va colata manualmente negli stampi e ha la trasparenza del cristallo e la durezza della pietra, e con la quale più di vent’anni fa è stata avviata la produzione di vasche scultoree e lavabi da appoggio, ognuno un pezzo unico, e di Flumood, un’altra resina esclusiva del marchio toscano, declinata in dodici colorazioni opache di consistenza vellutata simile al Corian con la quale viene realizzata, per esempio, la Mastello di Mario Ferrarini: una tinozza deluxe che rimanda alla memoria del rito del lavarsi in un’epoca nella quale l’acqua corrente era davvero un lusso, e che su una lunghezza di 135 centimetri può accogliere una persona alta 2 m e 120 litri d’acqua, meno di una vasca normale. “Con materiali del genere, incluse le nuove finiture Icemood, che evocano la superficie del ghiaccio e sono entrate in catalogo nel 2022, si ottengono oggetti belli, ricchi, solidi, che migliorano col tempo e con l’uso, perché noi impieghiamo materie prime di valore. È anche grazie a queste produzioni di ricerca che riusciamo ad affinare l’immagine aziendale e a fidelizzare una clientela che privilegia uno stile pulito, netto, elegante. Responsabile da sempre”. Del resto, anche sul fronte (così d’attualità) del risparmio idrico, in antoniolupi non si fanno cogliere impreparati. “Ci troviamo in un periodo storico in cui si sono giustamente accesi i riflettori sul consumo eccessivo di acqua, ma già nel 2010, con i soffioni Meteo di Nevio Tellatin, avevamo messo a punto un sistema per erogare 3 litri al minuto, 6 volte meno rispetto ai soffioni normali, pur garantendo il medesimo effetto-cascata. Di qui in avanti ci si dovrà abituare a fare attenzione anche a questi dettagli perché l’utente finale è molto più sensibile ai temi ambientali, ha più strumenti per informarsi sulle caratteristiche dei prodotti. E orienta le sue scelte di conseguenza”.
Per un’azienda l’attenzione ai costi rappresenta un esercizio costante e necessario, che fa parte di quel concetto che si può...
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