Il polistrumentista italoamericano esordisce come solista con l’affascinante ep “Sintesi” (Otono Records). E bellissimi sono pure i videoclip che ne hanno anticipato l’uscita
Se si parla di disco d’esordio, si è indotti a pensare al debutto di un nuovo musicista, magari ancora alla ricerca di una propria strada sicura. Non è il caso di Alessandro Baris , polistrumentista italoamericano, ora a Bologna, che ha cominciato a 14 anni a lavorare alla batteria – di cui diventerà eccelso virtuoso – per non fermarsi più come polistrumentista, compositore e produttore di musica elettronica, con collaborazioni a vari progetti musicali e tour negli Stati uniti, in Europa e in Cina, ospite di club, gallerie e festival, nonché sonorizzatore di film muti.
Pertanto, non si può parlare di un debutto, ma certo Alessandro è sempre alla ricerca di nuove sperimentazioni e suggestioni: «Nel mio percorso non ho mai cercato formule vincenti da ripetere nel tempo; il mio approccio al processo creativo è una ricerca continua che passa dalla decostruzione di ciò che è stato alla costruzione di ciò che sarà». Tra le sue collaborazioni più significative quella coi Comfort e il progetto Collisions con Leonello Tarabella, del quale parliamo in un nostro altro articolo in questo stesso numero di LucidaMente (vedi La magia dei Collisions al Teatro del Silenzio ). Lo scorso 7 giugno, in vinile e digitale, per l’etichetta messicana Otono Records, è uscito l’ep Sintesi. E anche in questo caso il gusto di Baris di mescolare e mescolarsi è evidente. Infatti, sui sei brani, ben tre presentano splendidi feat come le voci di Lee Ranaldo dei Sonic Youth in Last Letter to Jayne, di Emma Nolde in Embers e di Lisa Papineau in Nival (e ognuno dei testi è stato scritto dallo stesso “ospite”). Tutte e tre le tracce sono state pubblicate in anticipo come singoli e videoclip (clicca sui titoli per vederli).
In rigoroso bianco e nero, a volte baluginii nell’oscurità, i video ricordano stranamente, pure per la lentezza dei movimenti, Will The Summer Make Good For All Our Sins? o Green glass of tunnel degli islandesi Múm. Un ulteriore pregio: è proprio la lentezza, che ci consente sempre di osservare e ascoltare (ma anche gustare, odorare, toccare) meglio tutto, non di certo la frenesia e l’impazienza, oggi dominanti. Inoltre, il pianetino che vediamo da un altro pianeta assomiglia al satellite di Saturno Encelado, ovvero il luogo del sistema solare, oltre la Terra, dove è più probabile che ci sia vita…
Ma, al di là di videoclip e partecipazioni esterne, nel suo ep Baris ha creato una musica elettronica calda e pulsante, senza quelle freddezze e ripetitività che a volte caratterizzano il genere. L’artista disegna ambienti sonori, ragnatele ritmiche, trame ipnotiche entro le quali l’ascoltatore si perde piacevolmente. Forse la composizione più bella è la quarta, solo strumentale, All That : agli iniziali gocciolii digitali, adamantini frammenti scintillanti, subentra, pian piano, una luminosa, irresistibile cascata di sonorità elettroniche. Anche Ember , grazie pure alle splendide modulazioni della voce di Emma Nolde, si sviluppa in modo ascendente, fino a un’autentica esplosione finale, alla quale fa da suggestivo riscontro il relativo videoclip. Invece Last Letter to Jayne prosegue delicatamente il proprio commosso e struggente percorso. Nella prima traccia, Unheard (anch’essa solo strumentale), l’andamento è soffice e vellutato, quasi new age; nell’ultima, Lifetime , c’è il prezioso inserto della voce dello stesso Baris, che scuote il finale del brano. E Nival nasce e muore nel silenzio delineando filamentosi sentieri interiori.
L’ascolto di Sintesi può continuare all’infinito: non solo nessuna delle sei tracce “entra nell’orecchio” come il ritornello di una facile canzonetta, ma ogni volta l’ascoltatore scopre che non ricorda nulla della composizione già udita. Non si tratta solo di cogliere sempre qualcosa di nuovo, altri suoni nascosti entro la filigrana del brano o interstizi musicali sfuggiti precedentemente, ma è come se non si fosse mai udito prima quel componimento. Il potere magico di Baris…
(LucidaMente, anno XVII, nn. 199-200, luglio-agosto 2022)
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