La Chiesa di San Camillo in via Crociferi

2022-10-09 17:57:07 By : Ms. megan pi

La Chiesa di San Camillo è uno degli edifici che abbellisce la strada più bella e barocca di Catania: via Crociferi. In occasione della festa di San Camillo vi raccontiamo il culto di questo santo a Catania, la storia e la struttura della chiesa.

Mercoledì 14 luglio ricorre la festa di San Camillo de Lellis, patrono dei malati, degli infermieri e degli ospedali, fondatore della Compagnia dei ministri degli infermi, oggi diffusa in tutto il mondo. I ministri degli infermi, conosciuti come camilliani, continuano ad assistere gli infermi; essi portano la croce rossa, posta sul petto nell’abito.

Nato a Bucchianico (Chieti) nel 1550, in una famiglia nobile, Camillo intraprese la carriera militare. Colpito da una piaga al piede per un periodo fu ricoverato a Roma. Riprese le armi, fu rovinato dal vizio del gioco, perché perse tutti i suoi averi. Si ritrovò così al servizio dei Cappuccini di San Giovannni Rotondo. Nel 1575 fu ricoverato nuovamente all’ospedale di San Giacomo degli Incurabili a Roma e lì trovò la sua strada: si mise a servire con dedizione e delicatezza i compagni malati ed ebbe l’idea di fondare una congregazione votata a tale attività. Nacquero così i Ministri degli Infermi, i Camilliani: l’esperienza militare del fondatore fu una risorsa preziosa per modernizzare l’assistenza ai malati. De Lellis morì nel 1614 a Roma.

Fra i santi che sono maggiormente venerati a Catania, San Camillo non gode di parecchia fortuna, anzi viene celebrato solo da coloro che frequentano la chiesa. Nel giorno della sua festa, il 14 luglio, ci sono parecchie iniziative: via Crociferi celebra uno dei suoi santi con messe e apertura della chiesa per tutto il giorno.

Fino al 1600, lungo una strada che dalla zona di S. Agata la Vetere scendeva verso il Piano delle Erbe, sorgeva una piccola chiesa dedicata a S. Maria della Dagala, poi abbattuta per costruire un edificio più grande per volere del vescovo Pietro Galletti che volle costruire una casa e un edificio di culto. La chiesetta, quindi, sparì. La confraternita di Santa Maria della Dagala o dello Spirito Santo convisse coi Crociferi nella stessa chiesa fino al 1726.

A seguito del devastante terremoto del 1693, la viabilità di Catania fu modificata e strade più diritte e più larghe sostituirono quelle precedenti, anguste e ricurve. La parte più a monte dell’antica strada fu cancellata, mentre la parte più a valle, debitamente raddrizzata e allargata, venne indirizzata verso lo Sperone del Penninello, sul quale il Principe di Cerami costruì la sua splendida villa. Nacque così l’attuale Via Crociferi, dal nome dell’ordine religioso-cavalleresco-militare, chiamato dal vescovo Galletti ad occupare quell’area.

La chiesa si trova all’inizio di via Crociferi, quasi accanto alla Villa Cerami, dalla parte opposta ma sullo stesso lato su cui sorge la Chiesa di San Benedetto. Assieme a quest’ultima e ad altri edifici costituisce uno degli edifici simbolo del barocco catanese. E’ la chiesa posta più in alto delle cinque che si incontrano scendendo lungo la via che da quei padri prende il nome e che conduce fino a Piazza San Francesco. A condurre i lavori di realizzazione l’architetto Francesco Battaglia, direttore del cantiere tra il 1771 e il 1788. 

Essa sorge accanto al Collegio dei Gesuiti, Villa Cerami, Chiesa di San Giuliano, collegio di San Giuliano Arco di San Benedetto, Chiesa di San Benedetto e convento delle benedettine, Chiesa di San Francesco Borgia, Museo Belliniano, Museo Emilio Greco, Odeon, ecc.

La chiesa si distingue per la semplicità della struttura architettonica e dell’apparato decorativo e per le dimensioni. Il prospetto è suddiviso in due ordini e ha un andamento di pieni e vuoti tipico dell’architettura barocca.

La facciata, preceduta da una larga scalinata, è interamente e omogeneamente realizzata in pietra calcarea bianca del siracusano. Particolare anche il pavimento, realizzato con ciottoli come quello presente in palazzo dell’Università o al Convitto Cutelli, oggi fortemente danneggiato e minacciato dalle erbacce. La facciata presenta un modulo centrale concavo, racchiuso da due imponenti pilastri rettangolari, leggermente ruotati verso l’interno e decorati nello stile delle colonne corinzie. In basso esso ospita il portone d’ingresso, sormontato da un finestrone, mentre in alto si conclude con un ampio timpano ad arco spezzato, le cui estremità poggiano sui due predetti pilastri.

Il modulo centrale è racchiuso da due moduli laterali decorati sui due lati da lesene bugnate che racchiudono delle nicchie rimaste vuote. Sulla loro sommità si scorgono due terrazzini protetti da un parapetto traforato e due pinnacoli di forma piramidale.

Il modulo centrale della facciata continua con un secondo ordine, anch’esso racchiuso da due pilastri rettangolari che proseguono il disegno di quelli inferiori. Al suo interno è collocata la statua di San Camillo de Lellis e più in alto ancora, nel terzo ordine, sotto un timpano a omega, si scorge la croce distintiva dell’ordine, circondata da un sole dardeggiante. Il coronamento è formato da un timpano spezzato circondato da volute e la centro un medaglione.

Sull’ingresso spicca una lapide con la seguente epigrafe in latino che noi abbiamo tradotto:

A Dio Ottimo Massimo, Pietro Galletti, vescovo di Catania, amantissimo del divino nostro istituto, eresse con ampia munificenza questo preclaro tempio di S. Camillo, degno di esser raccomandato alla eternità, scolpito non solo in questa pietra, ma principalmente nei nostri cuori.

L’ambiente interno è suddiviso in tre parti. Un vestibolo, la cui copertura sostiene la cantoria, un’aula di forma ovale e la zona absidale. All’interno si scorgono sui lati due aperture, di cui quella di sinistra consente, tramite una scala a chiocciola lapidea, di raggiungere il terrazzino che sormonta il modulo laterale. 

Sulle pareti laterali dell’aula sono collocati cinque altari in marmo di linea semplice, successivi all’edificazione della chiesa. Percorrendo l’ambiente in senso antiorario, osserviamo, al di sopra di tali altari vi sono delle grandi tele, una delle quali dedicate al santo. L’ Estasi di San Camillo dipinto su tela da Antonino Pennisi nel 1733 è tra le opere di maggior pregio. L’altare della Madonna della Salute è considerato “privilegiato”; qui si trova la statua della Vergine.

La zona absidale ospita l’altare maggiore, in marmo policromo, i cui riquadri sono incorniciati con profili di marmo giallo di Castronovo. Sui due lati sono posti due grandi candelabri in legno dorato. Al centro, in alto, un dipinto su tavola dai caratteri bizantineggianti, di epoca e autore non noti con la Madonna e il Bambino; secondo l’iconografia essa coincide con S. Maria della Dagala, icona che si trovava nella chiesa originaria. Un particolare curioso risalta agli occhi: la carnagione del viso delle due figure è rosa, mentre le mani di entrambe sono nere.

Alle spalle dell’aula si trova un’ampia sacrestia, di forma rettangolare, di larghezza pari a quella della chiesa e dal soffitto decorato da stucchi. L’ambiente è integralmente inalbato. Sui lati corti il soffitto è sostenuto da aperture a serliana con due colonne per parte, strutture ricercate ed inusuali per un ambiente solitamente non aperto al pubblico. Su uno dei lati lunghi un classico mobile da sacrestia, in legno, per il contenimento dei paramenti sacri.

Davanti alla balaustra in marmo, sono poste due sculture: S. Camillo a sinistra, opera dal catanese Lorenzo Grasso e la Madonna della Mercede, realizzata a Siviglia dall’Artista Juan Ventura, a destra.

L’illuminazione della chiesa, nella zona absidale, è costituita da piccoli lampadari pendenti in basso su tre file che creano un’atmosfera simile a quella delle chiese ortodosse.

La cantoria, protetta da un parapetto settecentesco, dal disegno curvilineo, costruito in legno, sui cui pannelli sono dipinte immagini sacre incorniciate con delicate decorazioni floreali. Le scene raffigurate sono: annunciazione,  presentazione al tempio della Madonna, l’Immacolata concezione, la nascita della Vergine, la visita di Maria ad Elisabetta.

L’organo risale al XVIII secolo, presenta una facciata a tre campate a cuspide con la campata maggiore a centro. L’antica facciata settecentesca è diventata fianco laterale del nuovo strumento che si ritrova così ad avere due facciate: l’antica settecentesca continua ad essere aggettante sulla navata, la nuova facciata ottocentesca si rivolge, invece, verso l’interno della cantoria. La consolle a finestra si trova adesso sotto la facciata nuova. L’organo venne costruito da Alessandro Giudici (1841-1893) come ben si evince dalla targhetta posta sopra la tastiera. Esso rappresenta un tipico esemplare di arte organaria di fine Ottocento.

La chiesa è stata affidata alle cure dei Cavalieri della Mercede, quale sede capitolare della Commenda di Catania. La presenza Mercedaria è rappresentata dagli stemmi dell’Ordine posti sugli ingressi, sull’altare e alle spalle della Sede. L’Ordine fondato da S. Pietro Nolasco nel 1218 a Barcellona con decreto di Re Giacomo I° d’Aragona, ha nel suo stemma i Pali della Casa D’Aragona sormontati dalla Croce di Barcellona. I membri dell’ordine sono molto attivi per quanto riguarda il servizio liturgico, la presenza alle feste e nell’organizzazione di eventi benedici e di solidarietà.

Una perla di cui Catania fa tesoro la chiesa di san Camillo in via Crociferi che molti catanesi disconoscono. Accanto sorge un ristorante-pizzeria fra i più conosciuti e frequentati. mangiando si può godere anche della vista suggestiva dell’edificio. La via è stata finalmente pedonalizzata. Oggi vi sono dei lavori per il rifacimento della facciata. All’interno si celebrano anche matrimoni.

Per prenotazioni matrimoni e visite di gruppo rivolgersi ai Cavalieri della MercedeVia Antonino di Sangiuliano, 58 Catania; Tel 095 532753 – Cellulare 368 7277976e-mail: [email protected]

Fonti: http://www.chiesasancamillo.info/

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