Nel 2021 le quotazioni delle auto d’epoca sono cresciute in media del 6,2%, quelle dei vini pregiati del 5,4%, hanno fatto meglio le borse di Chanel (+11,8%) e le Birkin di Hermes (+38%). Collezionare auto, orologi, vini o borse può rappresentare una forma di investimento alternativa ad azioni e obbligazioni, un investimento che ora, al pari di quanto avviene per le attività finanziarie, viene messo alla prova da un contesto macro decisamente meno favorevole. “Collectibles amid heightened uncertainty and inflation - Oggetti da collezione in un contesto di maggiore incertezza e inflazione” è il titolo di un report prodotto da Credit Suisse in collaborazione con Deloitte Private che analizza le prospettive del collezionismo per il 2022. Dal punto di vista dell’investimento, gli oggetti da collezione differiscono l’uno dall’altro proprio come avviene per le asset class finanziarie tradizionali e possono essere suddivisi in due tipologie, c’è il collezionismo definito “store of value”, ossia “riserva di valore” e quello “capital growth”, orientato maggiormente alla crescita del capitale investito.
Sono considerati “riserve di valore” gli orologi, i gioielli e le borse (in particolare quelle di Chanel); le loro quotazioni presentano una bassa volatilità (tra il 2,5% e il 5% all'anno) e drawdown, la perdita di valore rispetto al picco precedente, contenuti. I loro rendimenti medi annui sono calcolati da Credit Suisse tra il 4,5% e il 6,5% e quindi il loro information ratio, il rapporto tra rendimenti e volatilità, è molto favorevole e raggiunge valori molto interessanti, intorno al 200%, per gli orologi Rolex e le borse Chanel.
Il rapporto distingue gli asset “capit growth” tra quelli a volatilità moderata e quelli ad alta volatilità. Alla prima categoria appartengono gli oggetti d’arte in generale, i vini pregiati e le auto d'epoca. Storicamente i loro drawdown sono moderati (sotto questo aspetto le auto d’epoca si comportano più da “store of value” che da “capital growth”), ma generalmente i rendimenti medi, espressi da una singola cifra, non compensano pienamente le oscillazioni dei prezzi, la volatilità è intorno al 10%, il che implica orizzonti di investimento più lunghi; il loro equivalente tra le attività finanziarie sono le obbligazioni e gli hedge fund. Una volatilità delle quotazioni in doppia cifra, tra il 10% e il 20% all'anno, caratterizza invece l'arte americana e latino-americana, i dipinti britannici e le opere d'arte tradizionali cinesi, dai rendimenti a una singola cifra medio-alta e un information ratio inferiore al 50%. In considerazione dell’elevata volatilità richiedono orizzonti di investimento molto lunghi; possono essere assimilati alle azioni ad alta volatilità, come quelle dei paesi emergenti, o alle materie prime, mentre il private equity presenta una volatilità simile, ma un migliore rapporto rendimento/rischio.
Nella maggior parte dei casi gli oggetti da collezione presentano una bassa correlazione con le attività finanziarie tradizionali; la correlazione più elevata è rispetto al private equity, riflesso probabilmente del premio di illiquidità che caratterizza queste classi di attività. Il vino pregiato è poi il più prociclico tra i beni da collezione, mentre le auto d’epoca presentano una correlazione negativa con la maggior parte degli altri collectible, rivelando alcune proprietà anticicliche.
Resta da capire come si comporteranno gli oggetti da collezione in questo difficile contesto macroeconomico. “Con l'inflazione che probabilmente rimarrà elevata e i tassi di interesse destinati ad aumentare, per gli oggetti da collezione non ci aspettiamo un effetto ricchezza positivo paragonabile a quello del 2021 e in generale prevediamo per il 2022 rendimenti più bassi rispetto all'anno precedente”, si legge nel rapporto. Secondo gli esperti di Credit Suisse, le borse Chanel offrono la migliore protezione contro l'inflazione, seguite dalle opere d'arte tradizionali cinesi e dagli orologi da polso, mentre i vini pregiati, l'arte moderna e contemporanea e l'arte americana e latinoamericana tendono a soffrire in regimi ad alta inflazione, un Rolex sembra essere il “deposito di valore” ideale per tutte le stagioni. L'aumento dei tassi di interesse non dovrebbe penalizzare eccessivamente gli oggetti da collezione, un certo numero di categorie di oggetti d’arte, viene spiegato, ottiene in realtà i risultati migliori proprio nei regimi di alti tassi.
Il rapporto online su Finanza e Investimenti di Affari & Finanza in collaborazione con Anasf
Stefania Aoi, Stefano Carli, Claudio Cucciatti, Vito de Ceglia, Luigi Dell'Olio, Mario Di Ciommo, Silvano Di Meo, Sibilla Di Palma, Massimo Franzosi, Marco Frojo, Andrea Frollà, Mariano Mangia
Stefano Fiori telefono: 0649822539 e-mail: stefano.fiori@repubblica.it segreteria_affari_finanza@repubblica.it